Abbiamo approfittato della Giornata Nazionale delle Dimore Storiche organizzata dall’ADSI per visitare Villa Era, che si trova a Vigliano Biellese, e Palazzo La Marmora a Biella.
Questa è stata anche l’occasione per scoprire un territorio per noi ancora poco conosciuto. e per visitare alcune residenze private abitualmente chiuse al pubblico.
Siamo saliti in funicolare al Piazzo (il borgo medievale di Biella), abbiamo passeggiato tra i roseti dai mille colori di Palazzo Gromo Losa e ovviamente non abbiamo dimenticato il lato enogastronomico, con una degustazione di nebbiolo e un assaggio (abbondante...) della cucina locale.
Villa Era
Villa Era sorge sulle colline di Vigliano Biellese, piccolo comune a pochi chilometri da Biella. Questa bella dimora, circondata da un ampio parco e da un antico vigneto da poco rimesso in attività, venne costruita alla fine del 1800 su progetto dell’architetto torinese Enrico Petitti.
Ci accoglie la signora Silvia Rivetti, proprietaria della dimora, che ci racconta la storia della villa e ci accompagna nella visita ai giardini presentandoci con passione le varie specie arboree presenti, prevalentemente conifere ma anche magnolie, azalee, rododendri, ortensie e camelie.
Ci soffermiamo sulle palme Chamaerops excelsa di fronte all’entrata: adatte ai climi rigidi, andavano molto di moda nei giardini ottocenteschi come tocco esotico e dimostrazione di opulenza. All’interno del parco si trovano inoltre due piante monumentali: un faggio rosso (Fagus sylvatica varietà “purpurea”) e, in cima alla collina, un leccio (Quercus ilex) bicentenario.
Restiamo affascinati dalla serra che riproduce una grotta con tanto di rocce e stalattiti, realizzata dal paesaggista Tiziano Bianchi sul finire dell’Ottocento: per un attimo ci soffermiamo a pensare che deve essere davvero piacevole venirci a cercare un po' di frescura nelle calde giornate estive.
Concludiamo la passeggiata in giardino all’ingresso della villa dove ci attende una volontaria per la visita del piano terra, l’unico accessibile. Vi si trovano una sala affrescata, la sala da pranzo e una mirabile scalinata che conduce al primo piano. Ma è la biblioteca che attira la nostra attenzione e che ci rivela l’anima, l’essenza più profonda di questo luogo.
Scopriamo che Villa Era è stata per più di trent’anni la sede della rivista “Eubiotica”, fondata nel 1964 da Ledanna Duranti Danieli, e del centro ICARE (International Centre for Advancement in Research and Educational). Questa organizzazione metteva al centro dei suoi interessi l’uomo e il suo equilibrio, da raggiungere attraverso la pratica del benessere spirituale e fisico secondo una visione della vita ispirata dalla filosofia di Krishnamurti, il celebre mistico di origine indiana.
Il termine eubiotica deriva dal greco ed è composto dal prefisso eu (buono) e da biotikós (vitale): letteralmente, “buono per la vita” e sta a indicare un insieme di norme igieniche e alimentari utili a vivere in maniera sana.
Il progetto della signora Duranti Danieli venne portato avanti dal nipote Franz Rivetti che, tra gli anni ’70 e ‘90 del secolo scorso, fece della villa un centro culturale, dove visitatori da tutto il mondo si ritrovavano per seguire conferenze, seminari e corsi.
Dedicata a entrambi questi affascinanti personaggi, la biblioteca contiene più di 3000 volumi e pubblicazioni dedicate a temi relativi al benessere fisico, mentale e spirituale ed è recentemente entrata a far parte del Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN), attraverso il Polo Bibliotecario Biellese.
Nel 1990 Villa Era e ICARE ospitarono la cerimonia per il decimo anniversario del Right Livelyhood Award, conosciuto anche come il “Nobel alternativo”, premio dedicato a coloro che nel mondo si adoperano per la conservazione e la salute del nostro pianeta.
Concludiamo la visita nel modo migliore, ovvero in cantina, con una degustazione di due annate di nebbiolo “Villa Era” ottenuto con uve raccolte a mano e affinati in legno per 18 mesi. Questo vino è caratterizzato da un bel colore rosso rubino e un retrogusto fruttato e un po' speziato. Secondo noi è l’ideale con un buon piatto di carne piemontese!
Gli attuali proprietari hanno ricostruito l’antico vigneto che già alcuni secoli fa produceva ottimi vini rossi, reimpiantando nuove viti coltivate con metodi naturali senza l’uso di pesticidi.
Le caratteristiche di queste uve derivano dall’esposizione privilegiata del vigneto sulla collina di Vigliano e dalla qualità del terreno su cui crescono, detto “astiano”, costituito da argille sabbiose, ghiaie e fossili marini.
Lasciamo Villa Era con l’intenzione di tornare, per approfondire la conoscenza dei suoi vini e per passeggiare tra i filari di vite fino in cima alla collina e vedere da vicino il leccio monumentale, cosa impossibile al momento della nostra visita a causa della piogge che nei giorni precedenti avevano reso troppo scivoloso il terreno.
Borgo del Piazzo
Arriviamo a Biella poco prima di pranzo e decidiamo di salire al borgo del Piazzo, il quartiere medievale della città situato sulla collina detta Plaç, utilizzando la funicolare gratuita costruita nel 1885 che lo collega a Biella Piano (la parte bassa della città).
Nel 1160 il vescovo Uguccione concesse questa zona agli abitanti di Biella Piano perché vi si trasferissero in modo definitivo, ma con una clausola: dovevano giurargli fedeltà come vassalli e difenderlo. In cambio egli non avrebbe nominato alcun castellano del luogo senza il loro consenso.
L’impianto urbanistico è quello tipico medievale con piazza Cisterna al centro, circondata da portici su cui si affacciano le facciate colorate di palazzi signorili, come Palazzo dal Pozzo e della Casa, Palazzo Gromo di Ternengo e l’antica chiesa di San Giacomo.
Lungo il corso principale si trovano i tre palazzi Ferrero della Marmora, Ferrero Fieschi di Masserano e Gromo Losa di Prarolo.
Giardini di Palazzo Gromo Losa
Palazzo Gromo Losa dopo essere stato la dimora dei conti Gromo Losa e poi una scuola gestita dalle suore Rosminiane (istituto religioso nato nel 1832 in Lombardia), dal 2004 è proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella che ne ha curato il restauro trasformandolo in un moderno polo espositivo.
Il palazzo è aperto in occasione di mostre, convegni o concerti, e da giugno a ottobre vengono organizzate visite guidate gratuite tutte le domeniche pomeriggio.
La fama del suo giardino all’italiana, realizzato da un mecenate biellese appassionato di giardinaggio e di rose, ci ha fatto decidere di sfidare le condizioni meteo avverse pur di visitarlo. Purtroppo a causa della giornata piovosa le foto non rendono giustizia a questo luogo suggestivo, che durante la fioritura dei roseti a maggio, in una bella giornata di sole, dev’essere un piccolo paradiso.
Nemmeno la pioggia che si faceva via via più insistente ci ha impedito di passeggiare nei suoi viali e apprezzare i colori e i profumi inebrianti delle diverse varietà di rose impiantate.
Palazzo La Marmora
Palazzo La Marmora sorge in corso del Piazzo. Questa è la dimora privata della famiglia Ferrero, marchesi della Marmora (sin dal XVI secolo una delle più importanti casate piemontesi), che occupa un posto di rilievo nella storia del Risorgimento annoverando ben quattro generali che contribuirono all'Unità d'Italia dal punto di vista militare, politico e culturale.
A partire dal nucleo originario del XIV secolo, il palazzo è stato ampliato e modificato nel corso dei secoli pur mantenendo una struttura architettonica unitaria. Al suo interno custodisce arredi, opere artistiche e carte d’archivio che testimoniano vicende private e pezzi di storia italiana.
Sinceramente entrare in questa dimora è stato un po' come tornare a scuola. Ci siamo trovati di fronte a ritratti e oggetti appartenuti a personaggi studiati sui libri di storia, che improvvisamente diventavano reali e non erano più relegati solo a vicende passate.
Penso in particolar modo ad Alessandro La Marmora, fondatore dei bersaglieri, specialità della fanteria a cui sono e resterò per sempre legata affettivamente (ovviamente sono Sandra) per questioni familiari.
Purtroppo possiamo visitare solo alcune sale del primo piano, a causa di un evento privato che si svolge al piano terreno. Attraversiamo il cortile per salire lo scalone che ci porta alla spettacolare Grande Galleria, che si affaccia sul giardino rinascimentale e raccoglie quadri e cimeli di famiglia, e una grande terrazza chiusa su tre lati con vista su Biella.
Ammiriamo il grande ritratto di famiglia che raffigura la madre Raffaella con attorno due nuore, una nipote e dodici dei suoi sedici figli, fra i quali anche i quattro generali Alessandro, Alberto, Carlo Emanuele e Alfonso. È assente il padre Celestino, deceduto nel 1805.
Concludiamo la visita salendo sull’antica torre rettangolare da cui si può vedere l’intera proprietà e un bel panorama di Biella dall'alto.
Visto anche l'inconveniente della parziale inaccessibilità, Palazzo Lamarmora merita sicuramente di essere rivisto.
Osteria La Civetta
Imperdibile una sosta ristoratrice all’Osteria La Civetta, locale originale, colorato e vivace nel borgo del Piazzo. Essendo molto frequentato è fondamentale la prenotazione!
Cucina tradizionale biellese, ingredienti semplici ma di qualità cucinati con passione, i piatti assaggiati (dall’antipasto al dolce) erano una prelibatezza e noi ci siamo letteralmente leccati le dita! Senza dimenticare l’ottima carta dei vini e delle birre, nella quale abbiamo trovato un’ottima trappista belga.
Nel corso della giornata la curiosità ha lasciato il posto allo stupore e alla voglia di tornare per approfondire la conoscenza di questo territorio. A presto Biella!