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Sono Sandra e sono la Regina del Mondo

Ogni tanto, nella vita, c'è bisogno di una ricarica di autostima. Ma sempre con tanta autoironia.

Per tutti noi gli ultimi 14 mesi (ormai siamo al quindicesimo) sono stati difficili, quando non disastrosi o addirittura tragici. Ognuno ha la sua storia, unica e particolare, e come ognuno vivo in un mio Piccolo Mondo.

Il mio Piccolo Mondo è fatto di persone che amo, problemi quotidiani e qualche soddisfazione, gioie e dolori, vittorie e sconfitte, coraggio e paura, situazioni belle e brutte che affronto con la consapevolezza che non sempre si riesce a fare la cosa giusta o quello che si vorrebbe, ma con la testarda volontà di dare sempre il mio meglio.

In questo momento il mio Piccolo Mondo non si può definire esattamente come spensierato. Ma ho scelto di non credere che le mie preoccupazioni siano più importanti di quelle altrui. E ho scelto di non raccontare molto di me agli altri, anche se mi rendo conto che tenersi tutto dentro non sempre è la decisione giusta.

Fino a 14 mesi fa esisteva anche un Grande Mondo là fuori. Un Grande Mondo fatto di opportunità, speranze e, quando le circostanze lo permettevano, spensieratezza. Il mio Piccolo Mondo era parte di quel Grande Mondo, uno staterello minuscolo la cui posizione variava continuamente sulla mappa, un fazzoletto di terra invisibile per tutti tranne che per me, che c'era e aveva la mia bandierina piantata sopra. Sempre quando le circostanze lo permettevano, partivo dal mio Piccolo Mondo per scoprire cosa c'era nel resto del Grande Mondo.

Lo scorso anno qualcosa ha steso un velo opaco sul Grande Mondo. Adesso muoversi in quel Grande Mondo è diventato non solo difficile, ma anche triste. Triste perché ora, anche quando si ha la possibilità di muoversi, è inevitabile pensare al prima, a quando tutto sembrava facile, a portata di mano, scontato. Quando vivevamo bellissimi e irripetibili momenti ma non davamo loro il giusto valore. Quando nessuno di noi credeva che ci fosse un velo così grande da poter coprire tutto il Grande Mondo.

Ora guardo la mappa del Grande Mondo e, purtroppo, con quel velo opaco sopra non riesco più a vedere il mio Piccolo Mondo da nessuna parte.

Come lo Snoopy sulla maglietta salgo sul tetto della mia cuccia e scrivo, anche se al posto della macchina meccanica uso un computer portatile. Scrivo di quello che ho imparato e di quello che ho visto, pensando a tutto quello che ancora devo imparare e vedere. Allo stesso modo di tutti quelli che scrivono storie, apparentemente lo faccio per gli altri ma in realtà lo faccio per me. Tante volte mi addormento, sempre sul tetto della mia cuccia, pensando a quello che dovrò scrivere l'indomani. Ed è quasi come raccontarmi una fiaba nello stesso momento in cui la invento, una storia che mi culla e che piano piano si perde nella mia mente che scivola nel sonno.

Come Snoopy anche io ho il mio Woodstock. Non è un uccellino, non è giallo e non si appoggia sul mio naso. Comunichiamo in un linguaggio che solo noi due possiamo capire, a volte senza neanche parlare lui riesce a leggere i miei pensieri. E soprattutto non vuole saperne di schiodarsi dalla mia cuccia, sempre lì vicino a me.

Come Snoopy ogni tanto indosso sciarpa, caschetto e occhialoni, salgo sul tetto della mia cuccia, mi infilo nel mio aeroplano immaginario e combatto contro il Barone Rosso. A differenza di Snoopy, però, non combatto per finta ma per davvero. A volte vinco e a volte perdo: ma l'importante è combattere sempre lealmente, stando attenti a non coinvolgere nella battaglia chi non c'entra (anche se non è sempre facile). Woodstock è sempre al mio fianco, il mio copilota.

Come Snoopy vivo in un mio Piccolo Mondo e come Snoopy ho tante cose nella mia cuccia. C'è anche la mappa del Grande Mondo, ora coperto da un velo opaco, dove il mio Piccolo Mondo non ha più un posto dove stare. Un Grande Mondo che non vedo l'ora di rivedere e riscoprire.

Scusatemi, forse ho un po' divagato.

Oggi avevo solo voglia di dirvi che ogni tanto, nella vita, c'è bisogno di una ricarica di autostima. E oggi ho voglia di sentirmi la Regina del Mondo. Del mio e di quello là fuori.

Ma sempre con tanta autoironia.