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Visita a Canelli e le Cattedrali Sotterranee in TrEno storico

Sabato 3 giugno 2023 siamo partiti dalla stazione di Torino Porta Nuova a bordo di un TrEno, sul quale abbiamo attraversato le dolci colline del Monferrato, Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

La nostra destinazione finale era Canelli, in provincia di Asti, dove abbiamo trascorso la giornata visitando le cattedrali sotterranee e i giardini del castello, assaggiando il celebre moscato e pranzando con specialità piemontesi.

I viaggi in treno evocano suggestioni d’altri tempi e risvegliano la fantasia. Basti pensare alle tante citazioni letterarie e cinematografiche come il celebre “Assassinio sull’Orient Express” di Agatha Christie, “1855 La grande rapina al treno” e l’espresso di Hogwharts nella saga di Harry Potter.

Per quanto mi riguarda (sono Sandra), questo tragitto mi ha portata indietro nel tempo, quando ero bambina. Non ero mai stata su un treno e i miei genitori volevano farmi capire cosa fosse. Quindi abbiamo fatto, quasi per gioco, un “lungo” tragitto... di 15 minuti tra due fermate consecutive. L’emozione più forte è stata quando siamo entrati in galleria e improvvisamente è diventato buio: sorrido ancora a pensarci.

TrEno Langhe Monferrato Roero

TrEno

TrEno è un’iniziativa nata da un’idea di Edoardo Vallarino Gancia, appartenente alla nota famiglia di produttori vinicoli piemontesi, e del manager milanese Gianluigi Barone per valorizzare il territorio delle Langhe, del Monferrato e del Roero.

Grazie alla collaborazione con la Fondazione Ferrovie sono nati 3 itinerari che valorizzano il territorio, la cultura e l’enogastronomia piemontesi.

Lungo le antiche linee ferroviarie di Cavour, realizzate nel 1870 per collegare le Langhe al Monferrato, a bordo delle carrozze Centoporte, si può arrivare a Canelli e le sue cattedrali sotterranee, a Nizza Monferrato per scoprire i segreti del Nizza DOCG e a Castagnole delle Lanze per proseguire in e-bike fino a Neive.

TrEno

TrEno

Noi abbiamo scelto l’itinerario verso Canelli perché eravamo curiosi di vedere le cattedrali sotterranee di cui avevamo tanto sentito parlare.

Durante il viaggio il tempo è trascorso piacevolmente, tra una degustazione di moscato, un assaggio dei famosi amaretti di Mombaruzzo e i racconti di un volontario della Fondazione Ferrovie che ci ha illustrato la storia e alcune particolarità del treno su cui stavamo viaggiando.

TrEno

Le carrozze Centoporte (dette così perché hanno numerose porte su entrambe le fiancate per facilitare la salita e la discesa dei passeggeri) sono state in uso dal 1928 fino al 1988 in treni locali con grande affollamento.

Sono state le prime carrozze italiane a cassa metallica e i sedili, concepiti come panche in legno, garantivano 78 posti. Durante il secondo conflitto mondiale vennero adibite a carrozze-ospedale e oggi ne sopravvivono 52 esemplari usati dalla Fondazione FS come treni storici.

L’esperienza in treno è stata fantastica, non abbiamo mai tolto gli occhi dal finestrino mentre attraversavamo le colline, i borghi e le vigne da cui nascono alcuni tra i vini migliori del mondo e, in tutta sincerità, anche i sedili in legno si sono rivelati comodi (a dispetto delle paure di Sandra).

Le cattedrali sotterranee di Canelli

Cantine Bosca

Cantine Bosca

Arrivati a Canelli, ultimo comune del Monferrato al confine con le Langhe, abbiamo trovato ad attenderci una guida di Landscape Storymovers che ci ha accompagnati a visitare una delle cattedrali sotterranee, entrate a far parte nel 2014 del Patrimonio dell'Umanità UNESCO.

Le cattedrali sotterranee sono gallerie scavate nel tufo calcareo delle colline di Canelli tra il XVI ed il XIX secolo, e scendono fino a una profondità di 32 metri per uno sviluppo totale di 20 chilometri. Vengono utilizzate come cantine perché l'umidità costante e una temperatura di 12-14 °C creano le condizioni perfette per il processo di spumantizzazione che trasforma il vino in moscato. Infatti proprio qui Carlo Gancia produsse nel 1865 il primo spumante con metodo classico italiano.

Attualmente sono visitabili quattro gallerie-cantine storiche appartenenti ad altrettanti marchi celebri: le cantine Contratto, Gancia, Bosca e Coppo. Noi abbiamo visitato quella della Bosca Spumanti.

Scendendo le scale cala la temperatura, diminuisce la luce e appaiono le bottiglie, centinaia di bottiglie tutte perfettamente disposte e allineate.

Il percorso si snoda in ampie sale di mattoni con alti soffitti a volta, in cui con dispositivi multimediali vengono illustrati non solo la storia e i metodi di produzione dello spumante ma anche la storia della famiglia Bosca, da sempre protesa verso l’estero e i mercati lontani.

La visita si conclude con una degustazione di moscato, il giusto aperitivo prima del pranzo organizzato in un ristorante locale.

Ristorantino ‘n Cà ‘d Basan

Ristorantino ‘n Cà ‘d Basan

Il Ristorantino ‘n Cà ‘d Basan, aperto da poco più di un anno, propone piatti della cucina tipica piemontese preparati con prodotti bio a km 0 e di produzione artigianale, ma anche ricette tradizionali rivisitate in chiave contemporanea.

Noi abbiamo assaggiato un tris di antipasti (il girello tonnato cotto al rosa, insalata russa e un flan di asparagi con crema di grana), i ravioli del plin (termine dialettale che significa pizzicotto, in riferimento al modo in cui si chiude il raviolo pizzicandone delicatamente le estremità) ai tre arrosti, la guancia di vitello brasata con polenta fritta e fondente di patate, concludendo con il bunet (termine dialettale che indica un cappello dalla forma che richiama quella dello stampo del budino), dolce al cucchiaio a base di uova, cacao e amaretti della tradizione.

Nelle belle giornate estive si può pranzare anche nel dehors, ma viste le ridotte dimensioni dell’interno del locale si consiglia la prenotazione.

La Sternia

la Sternia

la Sternia

Terminato il pranzo iniziamo la salita della collina lungo la Sternia (termine piemontese che sta a indicare una ripida strada acciottolata), che porta nella parte alta della città fino al castello e che un tempo era percorsa da carri trainati da buoi che trasportavano le botti di vino.

Qui nel 2018 è stata inaugurata la Via degli Innamorati, dedicata al famoso illustratore Raymond Peynet. In tale occasione venne posata una piastrella che ritrae i suoi celebri fidanzatini, che lui stesso donò a Canelli in occasione di un suo soggiorno nel 1983. Si racconta che Peynet fosse una persona gentile e disponibile, che amava scherzare e regalare piccoli disegni fatti sul momento ai canellesi che lo incontravano.

Sinceramente per me (Sandra) questo è stato il momento più difficile della giornata perché, dopo il lauto pasto e sotto il sole, affrontare la salita è stato davvero arduo. Ho pensato più volte di rinunciare, ma Andrea mi ha presa per mano trainandomi letteralmente verso la cima della collina.

Castello Gancia

Castello Gancia

Castello Gancia

Castello Gancia, attualmente proprietà privata dell’omonima famiglia che lo acquistò nel 1929 e lo fece trasformare internamente dall’architetto Arturo Midana in un’elegante villa, di norma non è aperta al pubblico. Ma fortunatamente, per i visitatori presenti sul TrEno che abbiamo prenotato noi, sono stati eccezionalmente aperti i suoi giardini all'italiana.

Il castello venne costruito nel XI secolo a difesa della via commerciale che collegava Asti al porto di Savona, e nei secoli venne ampliato e arricchito. Nel XVII secolo venne quasi completamente distrutto dalle truppe spagnole, per poi venire ricostruito dal marchese Scampi Crivelli che gli diede l’aspetto signorile che si vede ancora oggi.

Varcati i grandi cancelli d’entrata saliamo lungo un breve sentiero che ci porta ad un belvedere che domina Canelli, ornato da statue classicheggianti. La fatica della salita inizia a scomparire!

Sulla destra l’entrata monumentale del castello fa accrescere la curiosità di scoprire gli interni, ma purtroppo possiamo solo passare oltre e proseguire lungo il sentiero che ci conduce agli splendidi giardini, ulteriormente abbelliti da una fontana centrale circondata da viali costeggiati da piccoli arbusti, rose e vasi di cedri.

Non possiamo indugiare troppo perché prima di dirigerci in stazione vogliamo fare qualche acquisto alla locale enoteca, quindi iniziamo la discesa in paese.

Il nostro viaggio volge al termine e mentre torniamo verso Torino siamo stanchi ma sorridenti per una giornata non solo piena di attività, ma anche di emozioni, scoperte e bellezza... E il pensiero corre veloce al desiderio di ripetere l’esperienza, magari in autunno, con temperature più miti e i fiammeggianti colori del foliage.